Una casa di bambola

Una casa di bambola

Una casa di bambola

Di Henrik Ibsen
Regia Maurizio Pellegrino
Assistente alla regia Monica Lombardi
Con Roberta Ponticello, Giovanni Pesce, Marco Triches, Elisabetta Puppo, Antonio Coccimiglio, Monica Lombardi
Scenografia Francesca Grassano
Coreografie Monica Brusco
Luci Luigi Di Carluccio

Un salotto essenziale con un divano un tavolo e una sedia a dondolo, diventa il ring dove i protagonisti di Una casa di Bambola si affrontano e lottano tra di loro per la vita e per la morte.
Un teatro di parola quello di Ibsen ma in questa nostra rappresentazione, rivisitata in chiave moderna, sono decisive le azioni e le intenzioni dei vari personaggi le quali velano o svelano il moto psicologico di ognuno di essi.
Un dramma diviso in tre atti che ruota attorno alla figura di Nora, personaggio effervescente che sembra incarnare l’archetipo della brava mogliettina borghese, madre amorosa, devota e fedele al marito, tutta presa dai regali natalizi, ignara dei problemi reali del mondo, occupata com’è nel suo ruolo domestico.
Vezzeggiata e coccolata come una bambina da Torvald marito e mentore, pare vivere in una dimensione tutta sua costituita da un piccolo mondo, i cui orizzonti non vanno oltre le pareti di casa o le feste dei vicini … ma Nora sta recitando un ruolo, la sua vera essenza si scoprirà nello svolgersi del dramma.

Note tecniche
Durata dello spettacolo 1 ora e mezza.
Tempi di allestimento scenografico 40 minuti.
Dimensioni del palco Min 5 x 4 mt.

Impianto luci richiesto
Piazzato frontale bianco uniforme (min 4 pc 500 W).
Mixer luci minimo 2 canali.

Repliche
Lo spettacolo ha debuttato il 18 maggio al Teatro Ambra di Alessandria
Repliche successive:
13 ottobre 2018 al Teatro Ambra di Alessandria per la rassegna Ambra Brama di Teatro e di Musica

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Maurizio Pellegrino – cell. 3347820835 mail: info@illegali.it

Recensione dello spettacolo di Nicoletta Cavanna Radio Gold
Link https://radiogold.it/tempo-libero/137339-aria-fresca-ibsen-recensione-casa-bambola-teatro-ambra/

La futilità e il calcolo si sommano ad una sensualità innata e sapientemente sfruttata ne “Una casa di bambola” de Gli Illegali, per la regia di Maurizio Pellegrino, che ha debuttato venerdì 18 maggio al Teatro Ambra, affollato di un pubblico che ha più volte applaudito a scena aperta.
Il dramma gira intorno a Nora (Roberta Ponticello), moglie-bambola viziata e dominata dal marito-padrone Torvald (Giovanni Pesce). Nella vita apparentemente perfetta di Nora c’è un segreto, un errore commesso per il bene di lui, che emergerà e smaschererà la mancanza di dialogo e di reciprocità della coppia.
Il dramma di Ibsen mette a nudo la distorsione di un legame basato sull’apparenza e si è prestato nel tempo a diverse letture. Pellegrino lo ambienta negli anni ’70, in una scenografia da interno borghese dai mobili dal design moderno e stilizzato, in una contestualizzazione più vicina e riconoscibile. Il taglio registico è focalizzato sulla complessità di tutti i personaggi, sulla loro ambiguità e sulle allusioni. E’ questo il registro dei dialoghi vacui tra Nora, chiamata allodola per la sua leggerezza, e Torvald, epurati da ogni stucchevolezza proprio dall’evidenza di un non-detto più eloquente delle parole pronunciate. Colpisce la forte caratterizzazione sensuale, anch’essa ambigua, della protagonista: da un lato strumento utilizzato consciamente, dall’altro forza innata quasi primitiva che emerge nelle tante parti coreografate (da Monica Brusco) al ritmo di musiche anni ’70 e ’80. Ma è con una tarantella viscerale, che rimanda alla frenesia di una danza bacchica, che esce l’essenza potente e femminina di Nora, ben diversa da quella ostentata nei giochini sensual-addomesticati con il marito. La traccia ambigua del detto-non detto vale anche nel rapporto tra Nora e l’amica Kristine (Elisabetta Puppo), apparentemente dimessa, ma dai tratti infidi e invidiosi. Il non detto ha un lato nobile nel dottor Rank (Antonio Coccimiglio), cinico, amaro, irridente e innamorato di Nora, cui infine si dichiara, dopo tanto tempo, in un impeto di sincerità. A lui l’abbraccio, in termini emotivi, dello spettatore.
“Una casa di bambola” è certamente un testo attuale per tematica e complessità psicologica, ma comporta il rischio di una certa leziosità, tale da opacizzare la portata del dramma. L’allestimento de Gli Illegali porta una ventata di aria fresca che ha il merito di rispettare il testo, avvicinare i personaggi e aumentare il peso della loro verità. In una miscela di musiche, che vanno da Patti Pravo, a Madonna, a Rettore, il ritmo regge e le relazioni si avvitano pericolosamente sino ad una presa di coscienza finale, con l’abbandono della casa di bambola, della sicurezza e della famiglia.
Un’ottima prova per Roberta Ponticello, Giovanni Pesce, Marco Triches, Elisabetta Puppo, Antonio Coccimiglio, Monica Lombardi (che ha collaborato anche alla regia), tutti in parte e precisi nel non tradire i tanti aspetti dei loro personaggi.
Moltissime chiamate del pubblico e decisamente un successo il debutto al Teatro Ambra