Alessandria 44
Di Massimo Brioschi
Regia: Massimo Brioschi e Luigi Di Carluccio
Scenografia: Elisabetta Buratto
Costumi: Monica Lombardi
Audio e luci: Beppe Ruggiero
Con: Renza Borello, Massimo Brioschi, Raffaella Calorio, Antonio Coccimiglio, Luigi Di Carluccio, Monica Lombardi, Maurizio Pellegrino, Lucia Repetto, Marco Triches.
La Compagnia Gli Illegali è lieta di presentare il primo spettacolo a Km zero!
Uno spettacolo su Alessandria, completamente autoprodotto, dal testo alla messinscena.
Per riscoprire l’Alessandria del passato.
Per condividere con noi una serata speciale.
Il Popolo di Alessandria era un giornale che negli ultimi anni del fascismo ebbe un certo successo e che si distingueva per una linea editoriale aggressiva e sarcastica.
Attraverso alcuni personaggi vicini al modo di pensare che in quel giornale veniva divulgato e che ha sfumature che riportano ai giorni nostri, si snoda una vicenda nell’Alessandria del 1944, stretta tra attacchi Alleati e controllo tedesco.
Il testo, nato dopo un lungo approfondimento storico, ricostruisce, attraverso ironia e dramma, farsa e tragedia, un periodo ricco di contrapposizioni e propone uno sguardo sul passato di Alessandria che diventa uno sguardo su ogni città in guerra e sui nostri modi di pensare e di reagire.
Alessandria ’44, è uno dei pochi spettacoli teatrali dell’epoca fascista, ambientato nella nostra città, scritto da un autore della nostra città, e rappresentato da una compagnia teatrale che opera nella nostra provincia. In modo scherzoso potremmo dire che si pone appunto come uno spettacolo a kilometro zero.
Note tecniche
Durata dello spettacolo 1 ora 15 minuti.
Tempi di allestimento scenografico 45 minuti.
Dimensioni del palco Min 4 x 3 mt.
Lo spettacolo è comunque adattabile ad ambienti esterni e anche a luoghi teatrali non convenzionali.
Repliche
Lo spettacolo ha debuttato il 2 e 4 giugno 2010 al Teatro Macallé di Castelceriolo. Repliche successive:
– 22 ottobre 2011 al Teatro Macallé di Castelceriolo per la rassegna Settembre
– 7 febbraio 2012 al Teatro Ambra di Alessandria per la rassegna I Martedì all’Ambra
– 20 aprile 2012 Laboratorio Sociale di Alessandria per la Rassegna Seduti dalla parte del torto
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Luigi Di Carluccio – cell. 3351340361 mail: info@illegali.it
Massimo Brioschi – cell. 3389831195 mail: info@illegali.it
Recensione dello spettacolo di Nicoletta Cavanna
“C’è il giusto e c’è l’ingiusto”
questa la frase, pronunciata dal personaggio che rappresenta la coscienza pensante dell’uomo, che sintetizza ciò che è vero da sempre.
Una scenografia semplice e bianca su sfondo nero, creata con cassette di legno, cartoni, bottiglie e una sedia, animata da suoni che rievocano bombardamenti alleati, passaggi di truppe tedesche e coprifuoco, fa da sfondo ad un’Alessandria lontana e ancora in guerra. Ciò che non sembra per nulla lontano sono gli odi, gli stereotipi, le frasi vuote che vogliono giustificare l’ingiustificabile.
Da un lato chi, in modo disinteressato e convinto, abbraccia una fede irragionevole nel razzismo e nel culto della superiorità della razza che giustifica l’imperialismo, dall’altro chi sfoga i peggiori istinti legittimato da una posizione di potere conferitagli dalla situazione e, in mezzo, chi non esita a sacrificare la vita altrui per denaro. Una voce si leva contro tutte: un professore demonizzato per il suo pensiero liberale, il cui figlio, partigiano, verrà denunciato da una commerciante senza scrupoli ad una squadra fascista. Solo alla fine la sua esecuzione (solo annunciata, ciò che viene rappresentato sono le reazioni alla notizia), quindi un fatto di sangue vicino e fratricida, radicherà il dubbio anche in chi, sino ad allora, si sarà nutrito di false illusioni e di odio verso nemici inesistenti .
Ho portato mia figlia di quasi 13 anni a vedere lo spettacolo ed è stata colpita da un richiamo alla realtà odierna : “un giorno potremmo essere invasi dai russi, dai cinesi…”. Sono frasi spesso ascoltate al giorno d’oggi e trovano una giustificazione in un odio antico, generato e nutrito per fini altri. Sempre mia figlia mi ha chiesto il significato dell’ultima scena nella quale la delatrice, causa della morte del partigiano, passa con il suo carretto con sopra merce di borsa nera. Nella vicenda rappresentata e realmente accaduta, la donna in questione, per non farsi sequestrare la merce da una squadra di camicie nere, tradisce un partigiano che viene trucidato . Nella scena finale, per questo emblematica e conclusiva, non trapela alcun pentimento sul suo volto, solo l’avidità e la noncuranza di tutto ciò che non è profitto personale ed egoismo. Non è una storia datata. La mancanza di sensibilità e la perdita della coscienza di ciò che è giusto o sbagliato è una realtà di sempre e genera le peggiori azioni.
Bravi gli attori, in modo particolare il gruppo che rappresenta i giornalisti del Popolo di Alessandria, convinti assertori della necessità di un regime forte che difenda la razza italiana, infine increduli degli esiti nefasti di questa idea. Loro il travaglio morale e lo sgomento dell’errore. Sono i personaggi più sfaccettati e hanno reso bene la loro buona fede. Veramente odiose, ottuse e perverse, nella loro corruzione e nelle vuote parole che giustificano ogni sopruso, le camicie nere.
Una bella idea e uno spunto storico ben svolto in un’atmosfera evocata con pochi indovinati oggetti ed effetti acustici d’effetto.