Alessandria 61 (argini)

Alessandria 61 (argini)

Alessandria 61 - Borgo del Teatro 2019
Alessandria 61 (argini)

Di: Massimo Brioschi.
Con: Beniamino Ariotti, Alberto Barolo, Antonio Coccimiglio, Luigi Mariano Di Carluccio, Monica Lombardi, Deborah Pinelli, Roberta Ponticello, Elisabetta Puppo, Marco Triches.
Tecnico luci: Gian Franco Cereda
Regia: Massimo Brioschi, Luigi Mariano Di Carluccio.
Compagnia Gli Illegali.

Tra il 1958 e il 1962 l’Italia ha una crescita media del Pil di più del 6%.
Il 1961 è l’anno record: 8,3%.
Dal 1958 al 1963 arrivano dal sud, verso il triangolo industriale, più di 1.500.000 persone.
Negli stessi anni circa 300.000 veneti emigrano nelle regioni del nord ovest.
Fino al 1961 gli emigranti senza lavoro sono considerati clandestini.
Fino al 1965 le donne che hanno un rapporto fuori dal matrimonio possono essere condannate per ‘adulterio’.
Nel 1961 c’è il primo sciopero alla Borsalino.
Ad Alessandria in quegli anni ci si diverte con la goliardia, il cui luogo di ritrovo principale è il Baleta.

Note tecniche
Durata dello spettacolo 1 ora 30 minuti.
Tempi di allestimento scenografico 1 ora.
Dimensioni del palco Min 6 x 3 mt.
Lo spettacolo è comunque adattabile ad ambienti esterni e anche a luoghi teatrali non convenzionali.
Impianto luci richiesto
Piazzato frontale bianco uniforme (min 2 pc 500 W).
Mixer luci minimo 2 canali.

Repliche
Lo spettacolo ha debuttato il 27 – 28 – 29 giugno 2019 al Chiostro di Santa Maria di Castello, Alessandria nell’ambito della rassegna Borgo del Teatro 2019 – collezione estate – autunno.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Massimo Brioschi – cell. 3389831195 mail: info@illegali.it
Luigi Di Carluccio – cell. 3351340361 mail: info@illegali.it

Recensione dello spettacolo di Nicoletta Cavanna Radio Gold
Link https://radiogold.it/cronaca/190973-scintilla-fa-differenza-recensione-alessandria-61-argini/

E’ uno spettacolo tutto alessandrino, “Alessandria ’61 (argini)” l’ultimo lavoro della compagnia Gli Illegali, che ha debuttato ieri 27 giugno al chiostro di Santa Maria di Castello e sarà replicato, sempre al chiostro alle 21.30, venerdì 28 e sabato 29 giugno. Il carattere di alessandrinità ben si addice alla rassegna “Borgo del Teatro- collezione estate-autunno”, una stagione teatrale parte di un progetto ampio, che coinvolge tutto Borgo Rovereto e le sue tante realtà. Insieme agli spettacoli sfila il quartiere e ieri si sono presentati, come in un defilé, Fuga di Sapori e SocialWood (Piazza Don Soria Tel. 0131264890. Email info@socialwood.it), che in tutte le serate di Borgo del Teatro saranno presenti al chiostro con una degustazione dei prodotti di economia carceraria e la “Sbirra” di Fuga di Sapori.
E’ un testo corale, quello scritto da Massimo Brioschi e da lui diretto con Luigi di Carluccio, dinamico e dalle tante sfaccettature inserite nel contesto sociale della nostra città negli anni del boom economico. Su una duplice scena che raddoppia l’azione, separando l’ambiente domestico dall’esterno, si svolge la storia di un’Italia di provincia un po’ arruffona e arrivista. Un meccanico (Luigi di Carluccio), convinto di potersi facilmente arricchire, si improvvisa imprenditore edile, buttandosi in un’attività priva di autorizzazioni e sfruttando lavoratori immigrati (e gli immigrati dell’epoca non sembrano tanto diversi da quelli odierni). Gli argini del sottotitolo sono quelli del fiume, da sempre impunemente violati e luogo del cantiere dove lavorano i malcapitati operai privi di contratto e diritti. Ma siamo nel ’61, anno dello dello sciopero della Borsalino, e l’aria che si respira è quella della coscienza di classe e della speranza di cambiamento, le cui premesse fallimentari sono incarnate da un rivoluzionario del tutto privo di coerenza (Alberto Barolo). I primi moti femministi scardinano il ruolo di angelo del focolare cucito sulla donna (Monica Lombardi nelle sue schermaglie con il marito/Di Carluccio è esilarante) e nasce una forma trasversale di solidarietà femminile. Proprio questa consapevolezza di genere si respira in uno dei migliori momenti dello spettacolo, una sorta di rito poetico e collettivo di rifiuto di ruoli e compiti forzatamente imposti (“Dona, dona, dona” la colonna sonora).
Alessandria ’61 non è un’operazione nostalgica, anche se vengono evocati luoghi come Baleta o realtà importanti come la Borsalino: è uno spaccato che fotografa un periodo e, in stile brillante, come sempre per Gli Illegali, vi vede i prodromi dell’oggi. Tutto sembra iniziare in quell’età dell’oro, in fondo simile per diversità sociali e di genere, emarginazione, abusivismo e molto altro, ma diversa per la speranza nel cambiamento. Nella loro diversità, tutti i protagonisti sono animati da una scintilla di fiducia, chi nell’uguaglianza sociale, chi nel successo individuale, chi nel riscatto del proprio ruolo di donna. E’ questa la riflessione che si coglie, mentre si ride dei paradossi, delle vicende che si intrecciano, delle gelosie e dei rapporti sentimentali che illudono e tutto complicano.
Divertente, ben contestualizzato e godibile per dinamiche e riferimenti calzanti. Non ultimo particolare, splendidamente ambientato nel giardino del Chiostro di Santa Maria di Castello, dove l’azzeccata e intelligente scenografia di Elisabetta Buratto si è sposata con uno sfondo di piante e arcate medievali.